
Questa settimana, la Cina ha avviato esercitazioni militari su larga scala intorno a Taiwan, definendo l’operazione come un “forte avvertimento e potente deterrente contro l’indipendenza” dell’isola. L’annuncio è stato fatto dal Comando del Teatro Orientale dell’Esercito Popolare di Liberazione (PLA).
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Secondo il colonnello Shi Yi, portavoce del comando, le manovre coinvolgono forze terrestri, aeree, navali e unità di missili, e si concentrano principalmente su “pattugliamenti di combattimento in mare e in aria, controllo completo delle aree, attacchi a obiettivi navali e terrestri e blocchi strategici”.
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“Si tratta di un serio avvertimento alle forze separatiste dell’indipendenza di Taiwan, nonché di una misura legittima e necessaria per salvaguardare la sovranità e l’integrità territoriale della Cina”, ha dichiarato il colonnello.
Oltre al PLA, la Guardia Costiera della Cina sta partecipando alle simulazioni, conducendo operazioni di ispezione, sequestro, intercettazione e detenzione di imbarcazioni, con l’obiettivo di dimostrare ciò che Pechino considera la sua giurisdizione legittima su Taiwan.
Risposta di Taiwan con massimo allerta
Il Ministero della Difesa Nazionale di Taiwan ha confermato che la portaerei cinese Shandong è entrata nella zona operativa. In risposta, Taipei ha messo in allerta massima aerei da combattimento, navi da guerra e sistemi missilistici terrestri.
Due alti funzionari del governo taiwanese hanno rivelato che più di 10 navi da guerra cinesi sono arrivate a solo 24 miglia nautiche dalla costa dell’isola, spingendo Taiwan a spostare le proprie imbarcazioni militari per il monitoraggio e la risposta.
Le esercitazioni si svolgono solo tre mesi dopo manovre simili effettuate a dicembre, sebbene questa volta siano di scala minore e limitate alle forze del Comando del Teatro Orientale.
Segnali di assedio e possibile invasione
Durante le simulazioni, la Cina sta provando uno scenario già noto di assedio e isolamento di Taiwan, inclusa l’interruzione del traffico marittimo e attacchi coordinati contro obiettivi strategici.
Il mese scorso, la Cina ha testato imbarcazioni ausiliarie appena sviluppate, capaci di sbarcare veicoli blindati da chiatte civili su spiagge non preparate — una capacità che, secondo gli analisti, potrebbe essere impiegata in un eventuale attacco all’isola.
Queste imbarcazioni, attualmente prodotte in massa dai cantieri navali cinesi, sono state progettate per funzionare come un collegamento intermedio tra navi più grandi e la costa, permettendo lo sbarco rapido di grandi volumi di attrezzature pesanti.
Fonte e immagini: X @MoNDefense / @Maks_NAFO_FELLA. Questo contenuto è stato creato con l’aiuto dell’IA e revisionato dal team editoriale.