Ford F-250 Highboy del 1978 restaurata con stile vintage e moderni miglioramenti, esposta al SEMA Show

La Ford F-250 Highboy 1978 è stata restaurata con uno stile vintage e miglioramenti moderni, in esposizione al SEMA Show (Instagram @fatfendergarage)

La Ford F-250 Highboy 1978 restaurata da Fat Fender Garage è una vera e propria opera d’arte che recupera l’essenza dei vecchi pick-up, quando venivano progettati come strumenti robusti per il lavoro, senza lusso eccessivo.

Originariamente utilizzato in un ranch in Arizona, il camion è stato accuratamente restaurato mantenendo la sua patina originale, visibile nel colore Candy Apple Red. La Fat Fender Garage ha effettuato aggiornamenti discreti nell’interno, come la sostituzione della plastica con schiuma e pelle, aggiungendo dettagli personalizzati come il legno di noce sulle porte e il tessuto Pendleton Grand Canyon sui sedili e sui pannelli.

L’interno è stato modernizzato in modo sottile, mantenendo l’estetica vintage, con l’uso di materiali di alta qualità come pelle e schiuma, oltre a dettagli in legno nel cruscotto e nelle porte. Il camion ha anche ricevuto un impianto di climatizzazione aggiornato, senza perdere lo stile classico del cruscotto originale.

Fat Fender ha realizzato miglioramenti focalizzati sul comfort e sull’estetica, senza esagerare con tecnologie moderne come schermi o sistemi che avrebbero distorto lo stile originale.

Sotto il cofano, la F-250 mantiene il suo carattere classico con un motore V-8 Lincoln da 7,5 litri, in grado di erogare 245 cavalli di potenza, ed è stata equipaggiata con componenti moderni come assi Dana 60, ammortizzatori Fox Performance e iniezione elettronica del carburante Edelbrock.

Il camion è stato esposto al SEMA Show 2024 a Las Vegas, impressionando per la combinazione di originalità e personalizzazioni curate, mantenendo l’essenza dei vecchi pick-up ma con prestazioni e comfort migliorati.

Fonte: Motor1.com | Foto: Instagram @fatfendergarage | Questo contenuto è stato creato con l’aiuto dell’IA e revisionato dal team editoriale